Nomina del difensore in caso di reati 231: cosa dice la legge sul conflitto di interessi

La responsabilità amministrativa da reato degli enti, introdotta dal D.Lgs. n. 231/2001, ha importanti implicazioni per la gestione della difesa legale delle organizzazioni, pubbliche e private. Una recente sentenza sulla nomina del difensore dell’ente ha chiarito aspetti cruciali, in particolare quando il rappresentante legale è coinvolto direttamente in un reato presupposto 231.

Incompatibilità nella nomina del difensore dell’ente 

Quando un’azienda viene coinvolta in un procedimento per un reato presupposto 231, può emergere l’esigenza di una difesa legale separata: una per l’ente e una per il rappresentante legale. Ma chi ha il diritto di nominare il difensore dell’ente se il rappresentante legale è indagato o imputato? 

Una recente sentenza ha chiarito questo punto, ribadendo un principio essenziale applicato alla responsabilità amministrativa da reato degli enti: il rappresentante legale accusato di un reato presupposto non può nominare il difensore dell’ente, per evitare conflitti di interesse. Questa incompatibilità è regolata dall’art. 39 del D.Lgs. 231/2001, che proibisce la rappresentanza dell’ente da parte di chi potrebbe trovarsi in conflitto di interessi con lo stesso. 

Conflitto di interessi: la necessità di una difesa indipendente 

La ratio del divieto è chiara: una persona fisica coinvolta penalmente nello stesso procedimento dell’ente non può decidere chi incaricare come difensore dell’ente stesso. In questi casi, il rischio di conflitto di interessi è elevato, poiché il rappresentante sarà sempre portato a tutelare la propria posizione a scapito di quella dell’ente, non garantendo a quest’ultimo le migliori possibilità di difesa. 

Questo principio di incompatibilità mira a garantire una difesa imparziale per l’ente. Una strategia difensiva inappropriata potrebbe infatti compromettere, con pesanti conseguenze finanziarie e reputazionali per l’organizzazione, soprattutto in un contesto aziendale competitivo. 

Implicazioni pratiche: adottare un MOG completo ed efficace 

Per prevenire questi rischi, le aziende, in particolare le grandi organizzazioni e le PMI in settori regolamentati, dovrebbero dotarsi di un Modello di Organizzazione e Gestione (MOG) efficace. Il modello, difatti, deve prevedere specifiche procedure per gestire la difesa legale dell’ente e indicare le modalità di nomina del difensore in caso di conflitto di interessi. 

Idealmente, l’organizzazione dovrebbe designare soggetti terzi, per scegliere il difensore dell’ente in tali circostanze, in modo da garantire autonomia e imparzialità nella scelta. 

La difesa dell’ente come principio di responsabilità 

La sentenza analizzata sottolinea un elemento fondamentale della responsabilità amministrativa degli enti: la separazione tra la difesa del rappresentante legale sottoposto alle indagini e quella dell’ente è necessaria per garantire entrambi loro una tutela giuridica equa e indipendente. Mentre il rappresentante ha diritto a difendersi come persona fisica, l’ente ha diritto a una difesa autonoma quale persona giuridica. 

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