Negli ultimi mesi è al centro del dibattito una possibile riforma della responsabilità amministrativa da reato degli enti di cui al Decreto Legislativo 231/2001 (o semplicemente “Disciplina 231”). Questa normativa stabilisce le responsabilità di aziende ed enti in caso di reati commessi da dipendenti o amministratori nell’interesse dell’ente stesso.
Lo scorso marzo, Confindustria ha pubblicato un dettagliato position paper che analizza criticità e possibili interventi sulla disciplina 231, basandosi su vent’anni di applicazione concreta nelle aziende italiane.
Principali criticità della Disciplina 231 evidenziate da Confindustria
- Ampliamento eccessivo del catalogo reati presupposto: sono state incluse nel tempo numerose fattispecie, spesso lontane dall’obiettivo originario di prevenire reati economici e d’impresa.
- Incertezza sui Modelli Organizzativi (MOG): servono criteri chiari e definiti per valutare l’efficacia preventiva di questi modelli, oggi giudicata spesso insufficiente.
- Mancanza di coordinamento normativo e giurisdizionale: esistono decisioni contrastanti tra diverse autorità, creando confusione e incertezza nelle imprese.
Proposte di Confindustria per la riforma 231
- Razionalizzare e semplificare il catalogo dei reati rilevanti.
- Favorire modelli organizzativi semplificati e più efficaci, soprattutto per piccole e medie imprese.
- Introdurre strumenti premiali che valorizzino le aziende virtuose e collaborative.
- Garantire maggiore certezza giuridica e coordinamento tra diverse normative settoriali.
Il dibattito sulla riforma 231 coinvolge istituzioni, associazioni di categoria ed esperti in compliance aziendale, con importanti ricadute sulla gestione e organizzazione delle imprese.
Per approfondire l’argomento, scarica il documento completo di Confindustria sulla riforma del Decreto 231 qui.